31 Ottobre 2013
Appalti, Vademecum dell’Autorità Garante della Concorrenza
Aiutare le stazioni appaltanti a identificare i segnali di alterazioni concorrenziali nelle gare ed evitare che il settore degli appalti pubblici venga inquinato dalla presenza di fenomeni di infrazione delle regole. Con questo obiettivo l’Antitrust, nella sua funzione di vigilanza sul buon funzionamento dei mercati, ha predisposto un vademecum da inviare ai soggetti che bandiscono le gare perché assumano un ruolo di ‘sentinella’ segnalando all’Autorità irregolarità tipiche di comportamenti potenzialmente distorsivi della concorrenza. L’effettiva sussistenza delle violazioni sarà tuttavia accertata solo all’esito del procedimento istruttorio che l’Autorità dovesse ritenere di avviare in seguito alle segnalazioni pervenute.
L’Autorità, nel rilevare che “gli appalti pubblici rappresentano una quota assai significativa del prodotto nazionale”, evidenzia come eventuali pratiche per aggirare la concorrenza comportino “una lievitazione dei costi per lavori o forniture”, costituendo “un danno diretto per l’intera collettività”. Il vademecum segnala quindi i fenomeni che a volte possono risultare associati a comportamenti anticoncorrenziali e ai quali le stazioni appaltanti dovrebbero pertanto prestare una particolare attenzione.
Boicottaggio della gara: si caratterizza per la mancata presentazione di offerte da parte di una o più imprese al fine di prolungare il contratto con il fornitore abituale o di far ripartire pro quota il lavoro o la fornitura tra tutte le imprese interessate al contratto. Le principali manifestazioni che potrebbero essere indizio di questa strategia sono le seguenti: 1) nessuna offerta presentata; 2) presentazione di un’unica offerta; 3) presentazione di offerte tutte caratterizzate dal medesimo importo.
Offerte di comodo: rappresentano una pratica particolarmente diffusa di turbativa d’asta, finalizzata a conferire un’apparente regolarità concorrenziale alla gara e a celarne l’innalzamento dei prezzi di aggiudicazione. Ci si riferisce, nel dettaglio, alle offerte presentate dalle imprese non aggiudicatarie, che si caratterizzano per importi palesemente troppo elevati o comunque superiori a quanto gli stessi soggetti hanno offerto in analoghe procedure di appalto.
Subappalti o ATI (Associazione temporanea di imprese): pur essendo strumenti per ampliare il novero dei soggetti che possono partecipare a meccanismi di gara, si possono prestare, tuttavia, ad un uso distorto dal momento che sono anche idonei a favorire la spartizione del mercato o addirittura della singola commessa. Un indizio di tale meccanismo spartitorio può essere rinvenuto laddove imprese, singolarmente in grado di partecipare a una gara, scelgono di astenervisi in vista di un successivo subappalto o optano per la costituzione di un’ATI.
Rotazione delle offerte e ripartizione del mercato: l’analisi dei soli vincitori può segnalare la presenza di un cartello. Quando la pratica spartitoria interessa uno specifico committente, quest’ultimo avrà ben più indizi per riconoscere regolarità sospette nella successione temporale delle imprese aggiudicatarie o nella ripartizione in lotti delle vincite.