25 Maggio 2015
A rischio bonus per ristrutturazioni ed efficienza energetica
Le agevolazioni fiscali sono entrate nel mirino del Governo come risorsa da utilizzare per la prossima manovra di bilancio: nel Documento di Economia e Finanza 2015 si ipotizza un taglio drastico ai bonus per la casa con una riduzione, a partire dal 2016, al 20% sia per le ristrutturazioni edilizie sia per gli interventi di riqualificazione energetica. Un’aliquota dunque ancora più bassa di quella prevista dalla Legge di Stabilità che, dal 1° gennaio 2016, riporterebbe la misura per le ristrutturazioni edilizie, attualmente al 50%, all’originario 36% e con il limite di 48.000 euro per unità immobiliare. Stessa sorte anche per l’ecobonus per le riqualificazioni energetiche che passerebbero al 36% dall’attuale 65%.
“E’ evidente che una manovra che sostituisce la riduzione della spesa pubblica con minori agevolazioni fiscali – ha commentato il presidente di ANAEPA-Confartigianato Edilizia, Arnaldo Redaelli – non solo aumenta la pressione fiscale, ma più di ogni altra cosa influenza negativamente la domanda con un aumento del costo degli interventi. Gli incentivi fiscali finora hanno mantenuto in vita il comparto dell’edilizia, che resta ancora in una situazione di profonda crisi”.
Secondo le ultime dell’Ufficio Studi di Confartigianato, oltre 6 milioni di contribuenti nel 2013 hanno utilizzato la detrazione del 50% per le spese per il recupero del patrimonio edilizio per un importo di 3.503 milioni; mentre ad usufruire del bonus per interventi finalizzati al risparmio energetico sono stati circa un milione e mezzo di contribuenti per un importo di 1.502 milioni di euro e cui se ne aggiungono circa 170 mila con le detrazioni per mobili, in relazione alle ristrutturazioni in essere. L’intensità di utilizzo delle detrazioni per la filiera della casa – ristrutturazioni e relativi arredi e risparmio energetico – misurata in rapporto al reddito complessivo – è pari a 0,62% in media nazionale, risulta più elevata in P.A. di Trento con detrazioni che valgono l’1,28% del reddito, seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano con l’1,02%, la Valle d’Aosta con lo 0,92%, Emilia Romagna con 0,85%, Liguria con 0,84%, Piemonte con 0,78%. All’opposto il tasso di utilizzo più basso in Campania (0,29%), Sicilia (0,28%) e Calabria (0,25%).
“Con gli incentivi fiscali – continua Redaelli – abbiamo impedito all’intera filiera dell’edilizia di andare a fondo. Ora dobbiamo sostenere politiche che non riducano queste misure, ma che le stabilizzino e le estendano, perché c’è ancora molto da fare sulla riqualificazione del nostro patrimonio immobiliare esistente all’insegna di un’edilizia sicura e più rispettosa dell’ambiente”.