13 Gennaio 2021
PNRR, Anaepa: va nella giusta direzione, ma serve confronto
“Efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e privato con contestuale messa in sicurezza in chiave antisismica, contrasto al dissesto idrogeologico e tutela del territorio, rigenerazione urbana e riqualificazione delle periferie, sono alcune delle principali e necessarie aree di intervento che vanno nella giusta direzione, sempre da noi auspicata, per affrontare al meglio questa fase economica e trasformarla in una vera chiave di rilancio per il Paese”.
Ha commentato così in una nota Arnaldo Redaelli, presidente di ANAEPA-Confartigianato Edilizia, l’approvazione di ieri sera in Consiglio dei Ministri della proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che sarà inviata alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica al fine di acquisirne le valutazioni.
Il Piano, che dovrà dare attuazione, al programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia da COVID-19, si articola in sei missioni, che rappresentano “aree tematiche” strutturali di intervento:
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digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
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rivoluzione verde e transizione ecologica;
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infrastrutture per una mobilità sostenibile;
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istruzione e ricerca;
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inclusione e coesione;
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salute.
Le risorse complessivamente allocate nelle sei missioni del PNRR sono pari a circa 210 miliardi di euro. Di questi, 144,2 miliardi finanziano “nuovi progetti” mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “progetti in essere” che riceveranno, grazie alla loro collocazione all’interno del PNRR, una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e quindi di spesa.
Nel dettaglio, nell’ambito missione della rivoluzione verde, che dovrà necessariamente passare attraverso la riduzione dei consumi di energia degli edifici che generano più di un terzo dei consumi totali in Italia, le risorse impiegate per migliorare l’efficienza energetica e la performance antisismica degli edifici saranno pari a 29,35 miliardi di euro. Tale componente sarà costituita da due linee progettuali: la prima riguarda la realizzazione di un programma di efficientamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con particolare riferimento a scuole (risanamento strutturale degli edifici scolastici, realizzazione di nuove strutture mediante sostituzione edilizia), riqualificazione edilizia residenziale pubblica, comuni e cittadelle giudiziarie. La seconda prevede l’estensione della misura del Superbonus 110%, prevedendo di allungare l’applicazione della misura per gli Iacp al 30 giugno 2023; e per i condomìni fino al 31 dicembre 2022, a prescindere dalla realizzazione di almeno il 60% dei lavori.
Un’altra componente con cui la transizione verde potrà migliorare la qualità e la sicurezza di ampie aree territoriali e urbane del Paese è rappresentato dagli interventi per la prevenzione e mitigazione dei rischi derivanti da fenomeni di dissesto idrogeologico: in questo caso, i finanziamenti ammonteranno complessivamente a 3,6 mld (a cui si aggiungono risorse complementari per 160 milioni dagli stanziamenti della Legge di Bilancio). Si tratterà di interventi strutturali e manutenzione attiva del territorio, riqualificazione, monitoraggio e prevenzione che sono selezionati in base a livello di rischio dell’area e numero dei cittadini sottoposti al rischio al verificarsi di eventi calamitosi quali frane e alluvioni.
Infine, tra le politiche destinate all’inclusione e la coesione, è prevista, tra le varie iniziative, la ristrutturazione – e dotazione di investimenti di domotica – di abitazioni da destinare a percorsi di vita indipendente di anziani non autosufficienti e persone con disabilità, a cui si affiancheranno interventi di rigenerazione urbana, con importanti ricadute sulla riqualificazione del tessuto urbano, soprattutto periferico. Per questi obiettivi la dotazione finanziaria sarà di quasi 11 miliardi di euro.
“Tutti questi obiettivi e tutte queste indicazioni – conclude Redaelli – devono tuttavia essere accompagnati da riforme specifiche e misure normative, coerenti con le direttive e gli obiettivi europei, passando attraverso un confronto costruttivo con le parti sociali, consapevoli che solo nella continuità e nella lungimiranza nella programmazione delle azioni del Governo è possibile il rilancio del settore e la sopravvivenza di migliaia di piccole imprese delle costruzioni”.