22 Gennaio 2016
Terre e rocce da scavo verso una gestione semplificata
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 15 gennaio scorso in secondo esame preliminare il decreto del Presidente della Repubblica che semplifica la disciplina di gestione delle terre e rocce da scavo. Il provvedimento assorbe in un testo unico tutte le disposizioni oggi vigenti per quanto riguarda la gestione e il riutilizzo delle terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti, il deposito temporaneo delle terre e rocce da scavo qualificate come rifiuti e la loro gestione nei siti oggetto di bonifica.
Rispetto al primo esame preliminare, il testo è stato integrato e modificato sia a seguito della consultazione pubblica sul sito del ministero dell’Ambiente rivolta a cittadini, associazioni del settore – tra cui ha partecipato anche l’ANAEPA-Confartigianato Edilizia – sia sulla base del parere espresso dalla Conferenza Unificata.
Tra le principali novità introdotte segnaliamo: l’allineamento della normativa italiana a quella europea e un più stretto raccordo, proprio in termini normativi, con le procedure di valutazione di impatto ambientale; la semplificazione delle procedure e la fissazione di termini certi per concludere le stesse, anche prevedendo meccanismi in grado di superare eventuali situazioni di inerzia da parte degli Uffici pubblici. In questo modo si evitano i lunghi tempi di attesa cui erano costretti i soggetti che operano nel settore delle terre e rocce da scavo, obbligati, finora, ad attendere la preventiva approvazione del piano di utilizzo delle terre e rocce da parte delle autorità competenti; una stretta interazione tra i soggetti che operano nel settore delle terre e rocce da scavo e le strutture deputate ai controlli, prevedendo che, fin dalla fase di predisposizione del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo, i primi possano interagire con le Agenzie regionali e provinciali di protezione ambientale per le preliminari verifiche istruttorie e tecniche, anticipando lo svolgimento dei controlli previsti per legge; procedure più veloci per attestare che le terre e rocce da scavo soddisfano i requisiti stabiliti dalle norme europee e nazionali per essere qualificate come sottoprodotti e non come rifiuti; il rafforzamento del sistema dei controlli e una disciplina più dettagliata ed efficace per il deposito intermedio delle terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti; tempi certi in cui ARPA e APPA svolgano le attività di analisi.
Il testo dovrà essere trasmesso entro fine mese al Consiglio di Stato nella sua versione definitiva ed entro 60 giorni i magistrati amministrativi dovranno emanare un parere. Di qui lo schema del Decreto sarà sottoposto al parere delle Commissioni di Camera e Senato competenti in materia Ambiente (VIII). Il Consiglio dei ministri esaminerà poi in via definitiva il testo, decidendo se tenere conto delle indicazioni dei soggetti consultati nei mesi precedenti. Dopo la firma del Quirinale, il Dpr sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.