14 Aprile 2015

Split payment, manca il via libera da Bruxelles

Lo split-payment in Italia non ha fatto i conti con l’Europa. E stavolta i conti ammontano a circa 900 milioni di euro e riguardano l’Iva che l’Erario prevede di incassare sulle fatture delle imprese che lavorano per la pubblica amministrazione. Stiamo parlando dello split payment, il meccanismo in vigore da gennaio, in base al quale gli Enti pubblici versano direttamente allo Stato l’imposta sugli acquisti di beni e servizi, e non alle aziende fornitrici. E così, queste ultime rimangono in credito di Iva e devono aspettare mesi prima di vedersela rimborsata.

A seguito delle forti proteste di ANAEPA-Confartigianato, della Confederazione e di Rete Imprese Italia, il Governo ha introdotto nel Decreto Milleproroghe una positiva novità per compensare, almeno in parte, gli effetti penalizzanti sulle imprese provocati dall’applicazione dello split payment: la misura, finalizzata proprio ad incrementare la liquidità dell’azienda, prevede che, fino al 2016, l’impresa appaltatrice riceva un anticipo di prezzo pari al 20% dell’importo dei lavori.

Inoltre nel febbraio scorso, Anaepa Confartigianato, insieme con le altre organizzazioni imprenditoriali del settore, hanno segnalato ai Commissari europei interessati alla materia l’impatto negativo della norma sulle imprese e la scelta dell’Italia di applicare lo split payment senza aspettare il parere positivo di Bruxelles. Parere necessario visto che si tratta di una misura di deroga in materia di Iva.

La risposta europea al dossier inviato da Confartigianato non si è fatta attendere. L’11 marzo, dagli Uffici del Commissario Ue per gli affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, Pierre Moscovici, è arrivato il chiarimento sulla vicenda: “Qualsiasi provvedimento di deroga in materia di Iva – si legge nella lettera di risposta ricevuta da Anaepa Confartigianato – può essere legittimamente applicato in uno Stato membro soltanto dopo che il Consiglio europeo ha adottato all’unanimità una proposta della Commissione a tale riguardo”. E, al momento, il Consiglio europeo non si è ancora espresso. Come dire, insomma, che sullo split payment l’Italia ha fatto il passo più lungo della gamba e che sulla legittimità della sua applicazione pende ancora il via libera dell’Europa.

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