17 Febbraio 2017
Ritardi di pagamento: UE esorta Italia a rispettare tempi
Migliorano in Italia i tempi di pagamento dalla PA alle imprese, ma ancora non abbastanza. La Commissione Europea ha così esortato in maniera perentoria l’Italia ad adeguarsi alla direttiva sui ritardi di pagamento (2011/7/UE) tramite l’invio di un parere motivato, il primo passaggio di una procedura di infrazione per violazione delle regole comunitarie.
Le ultime valutazioni della Banca d’Italia infatti indicano tempi medi di pagamento di 115 giorni, in riduzione rispetto ai 120 del 2014. Nel confronto internazionale (Intrum Justitia, 2016) svolto su 25 paesi dell’Unione Europea i pagamenti della P.A. in Italia sono effettuati mediamente in 80 giorni in più rispetto alla media UE. Il grave fenomeno dei ritardi di pagamento interessa 647 mila imprese fornitrici, pari al 15,1% delle imprese attive, mentre i debiti commerciali complessivi delle Amministrazioni pubbliche sono pari al 4,0% del PIL, valutabili in 65,4 miliardi di euro.
Come evidenziato nel comunicato della Commissione e condiviso dall’ANAEPA, le Amministrazioni pubbliche svolgono un ruolo particolarmente importante per scoraggiare la cultura dei ritardati pagamenti, dando il buon esempio e pagando tempestivamente ed in modo trasparente i propri fornitori. I ritardi di pagamento hanno un impatto negativo sulle imprese in quanto, oltre a incidere su liquidità e flusso di cassa ed a complicare la gestione finanziaria, ne ostacolano la crescita.
Grazie all’introduzione di termini ristretti per i pagamenti da parte delle imprese e delle amministrazioni pubbliche nell’acquisto di beni o servizi, la direttiva 2011/7/UE ha rafforzato i diritti dei creditori: qualora i termini stabiliti per il pagamento non siano rispettati la direttiva consente poi alle imprese di ottenere un equo risarcimento.
La Commissione ha chiesto quindi all’Italia di intervenire per pagamenti eccessivamente in ritardo delle autorità pubbliche riservandosi di deferire l’Italia, che riceve il parere motivato, alla Corte di giustizia dell’UE. Attraverso i suddetti interventi, la Commissione intende garantire che gli Stati membri: applichino correttamente la direttiva; siano responsabili e trasparenti per quanto riguarda la correttezza delle amministrazioni pubbliche nei pagamenti, creino un ambiente imprenditoriale affidabile per le imprese, tutti elementi che porteranno a una svolta decisiva verso una cultura dei pagamenti rapidi.
L’Italia avrà ora di due mesi di tempo per comunicare alla Commissione i provvedimenti adottati al fine di porre rimedio a tale situazione.