16 Luglio 2012

Quando il Patto di stabilità blocca gli appalti

Gli effetti del patto di stabilità si fanno sentire non solo nei ritardi di pagamento alle imprese, ma anche sugli investimenti pubblici delle Amministrazioni comunali e provinciali che, vedendo ridotta la propria capacità di spesa, sono state costrette a frenare su nuove gare d’appalto. Dall’inizio dell’anno, infatti, secondo i dati dell’Osservatorio Cresme Europa servizi, si è registrata complessivamente una flessione di nuovi bandi del 7,6% (8.406 contro i 9.100 nello stesso periodo del 2011).

Da gennaio a giugno 2012 i Comuni hanno stanziato in gare quasi 3 miliardi di euro, ovvero 35,5% in meno  rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente; mentre nelle province la diminuzione è stata del 31,5 per cento. Esaminando poi le classi d’importo delle gare d’appalto, si evidenzia un calo rilevante pari al 38% degli interventi compresi tra 500 mila e un milione di euro. Medesimo trend negativo anche nelle altre classi: -10% nei bandi fino a 500mila euro; -19% tra uno e quindici milioni; -20% tra 5 e 15 milioni; -23% per i bandi tra 15 e 50 milioni. Resistono, invece, i bandi superiori a 50 milioni con un incremento del 6,9 per cento.

“I vincoli del patto di stabilità stanno soffocando il comparto dell’edilizia” – ha dichiarato Arnaldo Redaelli, Presidente di ANAEPA – Confartigianato. “Questi dati sono lo specchio della situazione drammatica che stanno vivendo le nostre imprese. Allentare il patto di stabilità consentirebbe di immettere sul mercato nuove risorse per dare l’impulso decisivo alla ripresa del settore delle costruzioni e con effetti positivi per la crescita dell’intera economia”.

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