29 Luglio 2013

Qualificazione, più spazio alle imprese generali

Ridotta l’operatività delle imprese specialistiche nell’ambito della partecipazione alle procedure di gara per l’affidamento dei contratti di lavori pubblici. E’ questo il principale effetto del parere del Consiglio di Stato 3014/2013, emesso di recente in risposta a un ricorso dell’Associazione Grandi Imprese (Agi), sul sistema di qualificazione degli appalti.

Il provvedimento dispone l’annullamento delle norme del Regolamento appalti (Dpr 207/2010) che impongono alle imprese generali, prive della specifica qualificazione, di affidare necessariamente in subappalto i lavori specialistici a Pmi in possesso delle competenze (art. 109 comma 2 e 107 comma 2).

Contro l’obbligo di subappalto dei lavori specialistici a qualificazione obbligatoria previste dal Dpr 207/2010, si è mossa l’Agi ritendendo che tale quadro normativo sia penalizzante nei confronti dell’impresa generale, svuotando il principio, contenuto nello stesso Regolamento, secondo il quale, in linea di massima, l’affidatario dei lavori in possesso della qualificazione nella categoria generale dovrebbe poter eseguire tutte le lavorazioni complementari in cui si compone l’opera.

La posizione espressa dal CdS, se recepita con un appropriato strumentio legislativo (Dpr), consentirebbe dunque a un’impresa, aggiudicataria di un appalto qualificato nella categoria prevalente, di eseguire i lavori nelle categorie specialistiche anche se sprovviste delle relative qualificazioni, con pesanti conseguenze per le imprese specialistiche e con il rischio di perdita nella qualità delle opere.

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