18 Maggio 2012

Patto di stabilità, debiti dei Comuni bloccati

In quadro così drammatico, come quello in cui versa il comparto dell’edilizia allo stato attuale, schiacciato dai debiti della Pa e dalla stretta creditizia, il Patto di stabilità costituisce un ulteriore aggravio per la ripresa economica e per la liquidità delle imprese che vantano crediti con le amministrazioni locali.

Secondo i dati dell’indagine Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci), infatti, per via del vincolo del federalismo fiscale nei Comuni ben 11 miliardi di euro sono congelati nei bilanci, risorse che potrebbero utilizzate altresì per il pagamento di spese investimento, incluse le opere pubbliche.
Rispetto ai primi mesi dello scorso anno, nel 2012 i pagamenti dei Comuni sono scesi del 10%, con investimenti pari a 3,3 miliardi di euro; se guardiamo più indietro, rispetto ai livelli 2008 e 2009, nel 2011 il flusso di risorse dei Comuni è crollato ben del 19%. Analogamente gli scambi tra enti pubblici locali e imprese sono diminuiti a fronte della flessione degli investimenti locali che tra il 2007 e il 2011 sono scesi del 33% su tutto il territorio nazionale.
“La nostra proposta – ha dichiarato il Presidente di ANAEPA-Confartigianato, Arnaldo Redaelli, –  è svincolare il patto di stabilità per gli investimenti agli enti locali che sono in pareggio di bilancio: così si potrebbero mettere in circolazione risorse per diversi miliardi, da una parte per realizzare opere pubbliche, dall’altra per evitare il fallimento alle aziende e sostenere l’occupazione. Occorre creare le condizioni per la ripresa degli investimenti promossi dagli Enti Locali e ripristinare la liquidità delle imprese. Pertanto, è necessario tenere fuori dal patto di stabilità gli investimenti che riguardano la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici”.
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