20 Settembre 2011

Occupazione: i numeri della crisi del settore edile

Meno 37 mila posti di lavoro nell’ultimo anno (-8%) e oltre 7.200 società costrette a uscire dal mercato (-7%). E’ un bilancio preoccupante quello presentato nei giorni scorsi dall’Osservatorio nazionale delle Casse Edili della CNCE sulla situazione in cui versa il comparto delle costruzioni sul piano occupazionale, partendo da un’analisi costante delle condizioni di 82 realtà provinciali su 120.

Secondo i dati elaborati, rispetto all’anno precedente, a giugno 2011 il calo dell’attività è stato del 9%, per una perdita complessiva di ore lavorate che dall’autunno del 2008 è stata del 25 per cento.

Il protrarsi della crisi da oltre tre anni non lascia ancora intravedere spiragli di ripresa. Le Regioni più colpite dalla crisi si concentrano al centro e al sud, in particolare la Sardegna che ha fatto registrare una contrazione di attività del 16% in un solo anno; a seguire Umbria e Puglia con meno il 12 per cento. Per quanto riguarda, invece, la percentuale più elevata di riduzione del numero dei lavoratori è ancora una volta la Puglia con meno 14 per cento.

“Il comparto edile patisce sotto la stretta della crisi economica” – commenta Arnaldo Redaelli, Presidente di ANAEPA-Confartigianato – “Per questo è necessario che siano varate quanto prima misure di sostegno al settore e non provvedimenti che si traducono in nuovi aggravi per le imprese. La recente Manovra economica non contiene strumenti in grado di stimolare la crescita. Come se ciò non bastasse, si profilano all’orizzonte ulteriori penalizzazioni da parte del Governo, quali, ad esempio, il taglio delle agevolazioni fiscali del 36% sulle ristrutturazioni e del 55% sul risparmio energetico. Tali previsioni, oltre a disincentivare i lavori agevolati, andrebbero a gravare su due interventi che, nonostante la difficile congiuntura economica, hanno fatto riscontrare risultati più che positivi”.

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