17 Settembre 2018
Milleproroghe: il punto sulle misure per l’edilizia e sul bando periferie
Blocco al Bando Periferie, adeguamento sismico, edifici scolatici. Queste le principali novità per il settore dell’edilizia contenute, tra le altre misure, nel disegno di legge di conversione del decreto Milleproroghe approvato venerdì scorso dalla Camera con voto di fiducia. Nonostante la ferma opposizione dei Comuni, di Anci e delle Associazioni di categoria, nel decreto un emendamento, approvato ad agosto dal Senato, blocca i fondi destinati ai progetti vincitori del Bando Periferie, ovvero ad interventi per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle aree urbane degradate.
La norma del decreto Proroghe (Dl 25 luglio 2018, n. 91) congela fino al gennaio 2020 le 96 delle 120 convenzioni della seconda tranche del Piano Periferie. Conseguentemente i Comuni si dovranno impegnare a rimodulare i relativi impegni di spesa e i connessi pagamenti. Come è noto, il Bando Periferie è stato istituito dalla Legge di Stabilità 2016 con una dotazione iniziale di 500 milioni di euro, destinati alla realizzazione dei primi 24 progetti; per i restanti 96 progetti, la Legge di Bilancio 2017 ha incrementato la dotazione di 1,6 miliardi di euro attingendo dal Fondo Investimenti e dal Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020.
Ora con il Milleproroghe sono stati cancellati finanziamenti per 1,6 miliardi di euro per interventi già approvati. Il Governo si è in ogni caso impegnato ad inserire nel primo decreto utile una norma che di fatto dia la possibilità di recuperare la realizzabilità dei progetti già in fase avanzata per quanto resti prioritario, secondo ANAEPA-Confartigianato Edilizia, promuovere un piano organico di rigenerazione urbana necessario per riqualificare le aree degradate delle città.
Tra altre misure contenute nel decreto, la proroga al 31 dicembre 2018 del termine per l’adeguamento alla normativa antincendio degli edifici scolastici e per le verifiche di vulnerabilità sismica delle scuole nelle zone a rischio sismico classificate 1 e 2.
In materia di edilizia scolastica, infine, viene differito dal 30 dicembre 2018 al 31 dicembre 2019 il termine entro il quale devono essere individuate dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) le modalità di impiego delle risorse che si siano rese disponibili a seguito di definanziamenti, da destinare alle medesime finalità.