23 Febbraio 2015

Milleproroghe: fiducia alla Camera. Appalti, anticipo dal 10 al 20%

L’Assemblea della Camera nella seduta di venerdì 20 febbraio ha accordato la fiducia al decreto Milleproroghe (Dl. 192/2014 recante “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative”) e il testo così “blindato” è passata ora al Senato per la definitiva approvazione. Tra misure approvate per il comparto dell’edilizia e dei lavori pubblici, emergono l’anticipo prezzi del 20% per gli appalti e il rinvio per le gare centralizzate. La prima misura (art. 8 comma 3 bis) riguarda l’importo contrattuale dell’anticipazione del prezzo in favore dell’appaltatore, che fino al 31 dicembre 2016, passa dal 10% al 20%.

L’obiettivo della misura, fortemente sostenuta da ANAEPA-Confartigianato Edilizia, è di compensare gli effetti negativi dello split payment, introdotto della legge di stabilità 2015: l’aumento al 20% (inizialmente era stato previsto il 15%) della quota dell’importo totale di un appalto pubblico da corrispondere, come anticipazione del prezzo all’appaltatore, è finalizzato ad incrementare la liquidità aziendale in particolare delle imprese che operano negli appalti pubblici.

L’altra novità, con l’inserimento nell’articolo 8 del comma 3-ter, è l’ulteriore proroga della nuova disciplina per la centralizzazione delle procedure di acquisizione di lavori, servizi e forniture, per tutti i comuni non capoluogo di provincia, attraverso forme di aggregazione, che slitta al 1° settembre 2015. Viene altresì specificato che la norma non si applica alle procedure già avviate alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge.

Sempre in sede di conversione è stato inserito un importante emendamento (art. 10 comma 12) in materia fiscale, che proroga al 2015 il vecchio regime dei minimi Iva al 5%, che inizialmente era stato soppresso dalla Legge di Stabilità 2015 a far data dal 31 dicembre 2014. Le persone fisiche che intendono avviare una nuova attività nel 2015 o per i lavoratori autonomi potranno scegliere il vecchio regime dei minimi a imposta sostitutiva del 5% con soglia di ricavi a 30mila euro e il nuovo regime forfettario con imposta sostitutiva del 15% con soglie diversi di ricavi. Una proroga che accoglie le critiche delle associazioni di categoria, che ritenevano il nuovo regime troppo penalizzante nella situazione economica attuale.

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