05 Maggio 2020
Emergenza sanitaria: le associazioni Ue del settore chiedono più risorse
Il 30 aprile scorso, le principali associazioni europee del settore delle costruzioni, EBC (di cui ANAEPA è socio fondatore), FIEC e Construction Products Europe CPE hanno inviato alla Commissione europea in una dichiarazione congiunta una prima stima dell’impatto della crisi del Coronavirus sul comparto, con la richiesta di destinare 320 miliardi del Recovery Fund (un fondo con la funzione di emettere titoli di debito, con garanzia direttamente il bilancio UE) per il rilancio dell’edilizia.
Durante questa crisi, determinata dall’emergenza Covid-19, l’ecosistema delle costruzioni sta vivendo un momento di forte calo della domanda sia pubblica che privata, ristrutturazioni e manutenzione di edifici incluse: le conseguenze saranno enormi considerando che le costruzioni valgono il 20% del PIL dell’UE e impiegano oltre 16 milioni di persone in Europa.
Un recente sondaggio ha stimato una perdita media attesa nelle attività delle costruzioni tra il 20% e il 25% sia per il 2020 che per il 2021 rispetto al 2019. Tale previsione varierà naturalmente da paese a paese. Si tratta di un importo annuo complessivo di circa 320 miliardi di euro che non tiene conto dei costi aggiuntivi legati all’implementazione dei requisiti sanitari e organizzativi nei luoghi di lavoro, della perdita di produttività dovuta alla nuova organizzazione dei cantieri.
Secondo le stime sono a rischio quasi 3 milioni di posti di lavoro nel settore. Pertanto, le principali associazioni europee del settore hanno accolto con favore la decisione dei capi di governo dei Paesi dell’UE di chiedere alla Commissione europea di presentare una proposta relativa al Recovery Fund che giocherà un ruolo fondamentale per il rilancio dell’economia europea e, in particolare, del settore edile.
Investimenti urgenti nella filiera dell’edilizia sono necessari non solo per compensare l’impatto di COVID-19, ma anche per migliorare la vita dei cittadini europei mediante:
• la creazione di professionalità ad alto valore aggiunto per contribuire alla ripresa delle economie locali;
• la realizzazione di una strategia di crescita del Green Deal Ue che renda l’Europa una zona ad emissioni zero, anche attraverso un ambiente edilizio sostenibile;
• la riqualificazione del patrimonio edilizio dell’UE, garantendo una migliore qualità della vita con l’aumento della qualità dell’aria e dell’efficienza energetica;
• l’incremento della competitività, della mobilità in tutta Europa e della sicurezza dei cittadini dell’UE attraverso la manutenzione delle infrastrutture esistenti e la realizzazione di nuove opere.
Per questi motivi, il Recovery Fund, secondo EBC, FIEC e CPE (oltre al consueto livello pubblico di spesa), dovrebbe includere l’edilizia come uno dei principali ecosistemi industriali assegnando un budget di almeno 320 miliardi di euro, da destinare agli investimenti sopra menzionati. Tale stanziamento è indispensabile non solo per controbilanciare le perdite della spesa pubblica e privata e riportarla ai livelli pre-crisi, ma anche per innescare quell’effetto moltiplicatore che l’edilizia ha da sempre sull’intera economia.