22 Settembre 2010

Ecoincentivi troppo ‘soft’

Gli ecoincentivi per l’acquisto di immobili ad alta efficienza energetica non sono sufficienti a spingere il mercato verso scelte ‘verdi’, ma rappresentano un segnale di attenzione da parte del Governo verso il settore dell’edilizia che ora chiede interventi più coraggiosi.

Il Governo non si è dimenticato dell’edilizia nel piano di ecoincentivi per rilanciare i consumi e per accorciare le distanze che separano l’Italia dagli obiettivi di risparmio energetico fissati dal piano “Europa 20/20”, ma sembra aver sottostimato le reali necessità del settore e i costi delle costruzioni verdi. “Indubbiamente – spiega Stefano Bastianoni segretario nazionale di Anaepa Confartigianato – si tratta di un segnale di attenzione da parte del Governo verso il settore dell’edilizia che sta vivendo una fase molto difficile. Tuttavia i soldi sono pochi, parliamo di un incentivo fino a 7.000 euro per le case di classe energetica “A”, cioè a basso consumo energetico, ma con questo intervento si potranno finanziare solo circa 10.000 abitazioni, vale a dire un quartiere di una media città”. Sessanta milioni di euro, questa l’entità dei fondi stanziati dal Governo, non bastano per dare un secco giro di manovella alla riqualificazione in chiave energetica del patrimonio immobiliare italiano, obiettivamente vecchiotto, e per motivare i consumatori all’acquisto di case ecologiche, che – detto per inciso – risparmiano molto, inquinano poco, ma costano davvero care. Bene le semplificazioni in materia di ristrutturazioni edilizie, ma dal decreto incentivi i costruttori si attendevano di più. “Il settore dell’edilizia ha bisogno di interventi coraggiosi” – rimarca Bastianoni. “Ci aspettiamo quindi da parte del governo e del parlamento almeno il mantenimento di una misura efficace come quella del credito di imposta del 55% per gli interventi di risparmio energetico che scadono il 31 dicembre 2010. Importanti iniziative si potrebbero avere anche nel settore del housing sociale, cioè le case di edilizia popolare nei centri medi del nostro territorio nazionale e interventi di manutenzione degli edifici scolastici”.

Nel 2009 l’indice della produzione nell’edilizia è sceso dell’11,3%; un’autentica débacle per un comparto che esce da anni di crescita. E se 60milioni di euro di incentivi sono oggettivamente pochi per spingere un settore che nel picco della crisi ha contribuito al Pil nazionale per 83miliardi di euro, del “Piano casa” varato dal Governo Berlusconi, che di milioni ne aveva stanziati 550, non si parla più con quell’insistenza dei primi tempi. E’ormai chiaro, infatti, che i primi effetti positivi della misura non si potranno vedere subito, ma solo sul medio periodo, almeno tra tre anni.

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