27 Gennaio 2016

Due milioni di case italiane in cattivo stato: l’allarme di Anaepa

L’episodio del crollo del palazzo nel quartiere Flaminio a Roma è la spia di una situazione critica e purtroppo molto diffusa in Italia: oltre 2 milioni di case in tutto il Paese sono vecchie e in cattivo stato. L’allarme arriva da Confartigianato che ha censito le condizioni del patrimonio abitativo italiano. Ne emerge un quadro preoccupante. 2.051.808 di edifici residenziali, pari al 16,8% del totale, sono in mediocre o pessimo stato di conservazione. Una percentuale che sale al 21,1% per gli edifici costruiti prima del 1981, mentre la quota di riduce al 4,7% per gli edifici nati tra il 1981 e il 2011. In pratica, 1/5 delle case italiane è vecchio e in cattive condizioni.

Secondo l’analisi condotta da Confartigianato la situazione è più grave nel Mezzogiorno dove sono più numerose le case malmesse. Il record negativo si registra in Calabria con il 26,8% del totale degli edifici residenziali in mediocre-pessimo stato di conservazione. Seguono la Sicilia, con una quota del 26,2%, e la Basilicata con il 22,3%. Le cose vanno decisamente meglio in Umbria e in Trentino Aldo Adige, regioni in cui la quota di case in cattive condizioni è la più bassa d’Italia e si limita al 10,7% del totale. Segue la Toscana, dove la quota sale all’11,5%. A livello provinciale il primato negativo va a Vibo Valentia dove è più diffuso il cattivo stato delle case (31,4% del totale), seguita da Reggio Calabria (31,3%) e Catanzaro (25,8%). Al capo opposto della classifica le provincie più ‘virtuose’ sono Prato (8,2%), Bolzano (8,5) e Siena (8,5%).

Nel Lazio, le case a rischio sono il 15,9% del totale. In particolare, a Roma è in cattivo stato il 14,7% degli edifici. In totale in Italia si contano 12.187.698 edifici residenziali – l’84,3% degli edifici totali – con 31.208.161 abitazioni. Gli edifici comprendono case unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine in complessi residenziali e condomini o palazzine con negozi o sedi di attività economiche in genere a piano strada. I tre quarti (74,1%) degli edifici residenziali italiani sono stati costruiti prima del 1981 ed hanno quindi 35 anni ed oltre di vita, mentre le realizzazioni più recenti sono il rimanente 25,9%. Le cattive condizioni delle case, oltre a mettere a rischio la sicurezza dei cittadini, contribuiscono a gonfiare la bolletta energetica delle case. Secondo la rilevazione di Confartigianato, infatti, il comparto residenziale determina il 28,8% dei consumi finali di energia. Più di quanto assorbono i trasporti su strada (27,7%) e l’industria (22,7%).

La spinta a migliorare la condizione delle abitazioni di molti italiani arriva dai bonus fiscali per ristrutturazioni e risparmio energetico previsti dalla legge di Stabilità. “E’ indispensabile – sottolinea Arnaldo Redaelli, Presidente di ANAEPA- Confartigianato Edilizia – rendere stabili e permanenti, nella misura indicata nella legge di Stabilità 2016, gli incentivi fiscali che consentono di raggiungere più obiettivi: riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell’ambiente, rilancio delle imprese delle costruzioni, emersione di attività irregolari”. La filiera dei settori delle costruzioni e dell’indotto manifatturiero conta complessivamente 680.354 imprese e 1.664.426 addetti. In maggioranza si tratta di piccole aziende: 594.828 micro e piccole imprese fino a 20 addetti dell’edilizia, installazione di impianti e fabbricazione dei mobili, che danno lavoro complessivamente a 1.343.467 addetti. A questi si aggiunge l’indotto manifatturiero in cui operano altre 85.526 imprese e 320.959 addetti (19,3% dell’intera filiera).

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