23 Gennaio 2012

Decreto liberalizzazioni: le novità per l’edilizia

Il Presidente della Repubblica ha firmato ieri il DL sulle liberalizzazioni contenente una serie riforme strutturali per la crescita del Paese che il Parlamento dovrà ora esaminare per sua definitiva conversione in legge.

Il provvedimento dà spazio ad alcune disposizioni per il settore delle infrastrutture e dell’edilizia che consentiranno di aprire nuovi cantieri e di creare nuova occupazione. Tra i punti di principale interesse per la categoria, si segnala: la riduzione Imu sull’invenduto, il sostegno all’housing sociale e la semplificazione delle procedure del Piano nazionale di edilizia abitativa.

Nel testo approvato si prevede la possibilità per i Comuni di ridurre l’aliquota di base dell’imposta municipale unica (Imu) fino allo 0,38 per cento per i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, “fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati, e comunque per un periodo non superiore a tre anni dall’ultimazione dei lavori”.

Rispetto alla bozza di decreto entrata in Consiglio dei Ministri, nella versione sua finale pubblicata in Gazzetta Ufficiale, è stato stralciato il ripristino dell’Iva per la cessione e la locazione di abitazioni dopo 5 anni dalla nuova costruzione, una misura che senza dubbio avrebbe dato un po’ di respiro alle imprese edili. L’opzione per l’imposizione dell’Iva resta, invece, per l’housing sociale, per locazione e cessione i fabbricati abitativi, di durata non inferiore a quattro anni, effettuate in attuazione di piani di edilizia abitativa convenzionata e di fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali.

Sempre per quanto riguarda il Piano nazionale di edilizia abitativa si prevede di semplificare le procedure per arrivare all’approvazione degli accordi di programma tra il Ministero delle Infrastrutture e le Regioni in attuazione del Piano casa 1 del 2009.

Una delle principali novità del decreto riguarda lo stanziamento di 5,7 miliardi di fondi per i pagamenti degli arretrati alle imprese fornitrici della Pubblica Amministrazione, che secondo le stime vantano crediti per 70-80 miliardi di euro. I ritardi dei pagamenti, che in Italia sono in media di 180 giorni, rappresentano una delle principali cause del fallimento delle imprese: per tale motivo ANAEPA-Confartigianato auspica che il Governo recepisca quanto prima la direttiva europea sui ritardati pagamenti, che fissa a 60 giorni il termine ultimo del saldo degli stessi.

Il provvedimento stabilisce, inoltre, che l’utilizzo delle terre e rocce da scavo sia regolamentato con decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare di concerto con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti da adottarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Una diversa classificazione delle terre e rocce da scavo come sottoprodotti e non rifiuti, comporterebbe una riduzione in termini di costi di smaltimento grazie alla possibilità di riutilizzo degli stessi materiali.

Infine, in tema di appalti pubblici, si segnalano alcune novità in merito alla finanza di progetto, già modificato con il cosiddetto “Decreto Salva Italia”, ora applicabile non solo al caso delle infrastrutture strategiche, all’inserimento del “contratto di disponibilità” (vale a dire il contratto con cui è affidata all’Amministrazione un’opera di proprietà privata destinata all’esercizio di un pubblico servizio), ad aggiustamenti in termini di concessioni di costruzione e gestione di opere pubbliche, e alle misure per accelerare i tempi di approvazione dei progetti potendo accorpare, ove possibile, i livelli di progettazione e sottoponendo alla approvazione il livello progettuale di maggior dettaglio, “per ottenere in un’unica soluzione il via libera a procedere che, richiedendo livelli di lavoro diversi, dovrebbe altrimenti essere acquisito in tempi differiti”.

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