29 Ottobre 2013

Decreto IMU è legge. Via l’imposta sull’invenduto

Esentati dall’imposta municipale i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita a partire dalla seconda rata del 2013. Questa è una delle principali novità per le imprese delle costruzioni contenute nel Decreto IMU (Dl 102/2013) diventato legge nei giorni scorsi, in considerazione della necessità ed urgenza, rilevate dal Governo, di attivare misure che favoriscano l’accesso al bene casa.

Nel provvedimento, all’articolo 2, insieme a una serie di disposizioni a sostegno delle locazioni e degli acquisti, è stata inserita a decorrere dal il 1° gennaio 2014 la cancellazione dell’Imu sull’invenduto; l’esenzione per gli immobili invenduti appartenenti alle imprese di costruzione rimane valida per tutto il periodo in cui permane tale destinazione d’uso e fintanto che non siano locati. Con l’articolo 6, tra le previsioni per incentivare il settore immobiliare, viene stabilito l’intervento della Cassa depositi e prestiti che potrà mettere a disposizione 2 miliardi di euro per l’erogazione di nuovi mutui.

Previsto, inoltre, il rifinanziamento del Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa con 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015; mentre al Fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione vengono assegnati 30 milioni di euro. Al comma 5 sempre dell’art. 6 è altresì istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti un Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, con una dotazione pari a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015.

“E’ evidente che l’abolizione dell’IMU sul “magazzino” delle imprese edili inciderà positivamente sull’intero comparto dell’edilizia, che da tempo deve fare i conti con una forte contrazione delle vendite e che era stato penalizzato da questo ulteriore balzello”, ha commentato Arnaldo Redaelli, Presidente di ANAEPA-Confartigianato Edilizia che, unitamente a ReTE Imprese Italia, ne aveva richiesto con forza la cancellazione. “E’ necessario, però – continua Redaelli – intervenire ulteriormente sulla questione, allargando il campo di esenzione dal tributo alle imprese che hanno effettuato ristrutturazioni di immobili rimasti, successivamente, invenduti”.

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