27 Aprile 2018

Dall’ANAC: varianti in corso d’opera coprono il ribasso d’asta

Con elevati ribassi di aggiudicazione negli appalti pubblici hanno è maggiore la probabilità di ricorso a varianti in corso d’opera, con aumento dei costi a cantiere già aperto. È quanto emerge dall’aggiornamento dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) dell’analisi sul fenomeno delle varianti in corso d’opera effettuata a novembre 2014 quando era stato introdotto l’obbligo di comunicazione delle varianti da parte delle Stazioni Appaltanti (Decreto legge 90/2014).

Dall’aggiornamento appare confermata la relazione esistente tra ribassi elevati di aggiudicazione e varianti: la Banca Dati dell’Autorità, al 30 maggio 2017, ha registrato complessivamente 614 varianti, di cui quelle che superano il 10% dell’importo contrattuale risultano complessivamente 400.

Riguardo, invece, il criterio di selezione delle offerte, si è notato che circa il 28% delle varianti esaminate afferiscono ad appalti aggiudicati con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, a fronte di una ripartizione ordinaria tra i due criteri nei lavori pubblici nella misura del 12,6% all’offerta economicamente più vantaggiosa e dell’87,4% al prezzo più basso prima dell’entrata in vigore del nuovo codice (gli appalti ricadono in tale periodo) che non prevedeva una preferenza tra i due criteri. Il dato mostra una maggiore ricorrenza delle varianti negli appalti aggiudicati con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

Prendendo in esame il rapporto tra la ricorrenza delle varianti e il ribasso a base di gara, è emerso che le varianti esaminate presentano la seguente distribuzione in relazione al ribasso di aggiudicazione dell’appalto: 58,25 % con ribasso tra 10 e 20%; 17,75 % con ribasso tra 20 e 30%; 24 % con ribasso oltre il 30%. Il valore medio del ribasso di aggiudicazione per i contratti “variati” oggetto di analisi si attesta sul 25,69%, a fronte di un valore medio ordinario del ribasso, nel periodo in cui si riferiscono gli affidamenti, per gli appalti di lavori pari al 19,74%. Ne consegue che le varianti ricorrono in misura sensibilmente maggiore in corrispondenza di appalti aggiudicati con ribassi aggressivi.

Inoltre, in riferimento all’incidenza sull’importo della variante e ribasso di aggiudicazione, su 186 appalti di importo superiore a € 1.000.000 (appalti per i quali è stato altresì individuato il ribasso di aggiudicazione nella banca dati) si è riscontrato che in numerosi casi la variante ha assorbito il ribasso di aggiudicazione, in tutto o in parte. In particolare, 119 appalti (per una percentuale del 64% del totale degli appalti) evidenziano varianti la cui percentuale sull’importo contrattuale si colloca tra il 50% ed il 150% del ribasso di aggiudicazione. In altre parole, tali dati sembrerebbero avvalorare il sospetto che per il tramite delle varianti le imprese cerchino di recuperare il ribasso offerto in gara.

Infine, per gli appalti di importo elevato (superiore ai 20 milioni) l’incidenza dell’importo medio delle varianti è superiore rispetto all’analoga percentuale di varianti per tutti gli appalti (28% contro 19%). Ciò avvalora la necessità, prevista anche dallo stesso Codice dei contratti, della qualificazione delle stazioni appaltanti per le attività di progettazione ed esecuzione degli appalti al fine di evitare un utilizzo distorto dello strumento delle varianti.

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