04 Settembre 2015
Crisi edilizia: in tre anni persi oltre il 50% dei posti di lavoro
Persiste la crisi nel settore dell’edilizia e in Europa ad essere più colpita è proprio l’Italia: nel nostro Paese si registra la metà del calo occupazionale degli ultimi tre anni. Lo rileva una recente analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, evidenziando come a maggio 2015 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni ha registrato, rispetto al mese precedente una diminuzione dello 0,6%; al netto degli effetti di calendario, nella media dei primi cinque mesi dell’anno, è diminuito del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nell’ultimo triennio la combinazione di calo della domanda, spread sui tassi di interesse e boom della tassazione immobiliare ha penalizzato il settore delle Costruzioni in Italia molto più che nelle altre economie europee. Nel confronto tra i maggiori Paesi dell’Ue 28, disponibile per i primi quattro mesi del 2015, evidenzia che l’Italia segna nel periodo un calo della produzione del 19,2% rispetto allo stesso periodo del 2012, mentre la Spagna segna un recupero del 29,6%, nel Regno Unito si registra una salita del 6,1% e in Germania una crescita del 3,5%; in controtendenza, con l’Italia, la Francia che registra un calo della produzione del 5,1%.
Nel triennio in esame l’Italia – che pesa per il 9,9% dell’occupazione del settore nell’Ue a 28 – ha determinato la metà (50,7%) del calo dell’occupazione europea: a fronte di 502.300 occupati in meno in tutta l’Ue a 28 tra il 2012 e il 2015, pari ad un calo del 3,4%, nella sola Italia nel periodo sono 254.500 i posti di lavoro persi, pari ad una diminuzione del 15,1%.
“Il confronto internazionale evidenzia una gravità della crisi dell’edilizia italiana senza pari nell’Unione europea – ha commentato il Presidente di ANAEPA-Confartigianato Edilizia, Arnaldo Redaelli – Se vogliamo invertire la rotta, è necessario definire al più presto politiche anticicliche: prioritariamente una netta inversione della tendenza delle domanda degli investimenti pubblici e incentivi fiscali a sostegno della domanda privata”.