10 Giugno 2020
Appalti, edilizia, dissesto: i contenuti del Piano Colao
Il Comitato di esperti in materia economica e sociale, presieduto da Vittorio Colao, ha presentato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte il rapporto “Iniziative per il rilancio “Italia 2020-2022”, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo del Paese e di migliorare la sua sostenibilità economica, sociale e ambientale. Il rilancio dell’Italia – si legge nel documento – non può prescindere dallo stimolo agli investimenti in infrastrutture che tuttavia soffrono di lentezze e resistenze burocratiche che non permettono la tempestiva realizzazione delle opere, frenando la crescita.
Pertanto, il Comitato propone di identificare chiaramente le infrastrutture “di interesse strategico” e creare un presidio responsabile della rapida esecuzione degli investimenti previsti. Tale presidio dovrà essere dotato dei poteri necessari per monitorare lo stato di avanzamento dei procedimenti e delle opere, sbloccare i lavori laddove necessario, e sostenere e massimizzare l’accesso e l’effettivo utilizzo dei fondi europei. Per i progetti infrastrutturali è indicata come prioritaria la semplificazione dell’applicazione del Codice Appalti e alle infrastrutture ‘di interesse strategico’ dovrebbero applicarsi direttamente le Direttive europee.
Parallelamente nel Piano si propone la revisione integrale del Codice dei contratti pubblici vigente per ottenere la creazione immediata di un canale efficiente per le opere strategiche; la separazione dei regimi di concessione e appalto e i settori ordinari e speciali; la messa alla prova il modello ‘Direttiva integrazione minima’ (ove funzioni bene, potrà essere semplicemente esteso, senza bisogno di un nuovo Codice).
Un altro step fondamentale per rilancio delle infrastrutture è la sburocratizzazione dei processi con la PA, formalizzando tramite ricevuta telematica la formazione del silenzio-assenso e vietando la richiesta di documenti specifici (da parte della PA) laddove l’autocertificazione è accettabile.
Il Rapporto si concentra poi sulla salvaguardia del patrimonio ambientale, suggerendo la definizione di un piano di investimento finalizzato ad aumentare e preservare le aree verdi, il territorio e gli ecosistemi nazionali – ad es. finanziando la bonifica dei siti inquinati, e incoraggiando le imprese a quantificare nei loro bilanci e reporting non-finanziario il capitale naturale che gestiscono e i servizi ecosistemici di cui beneficiano.
Infine, si afferma la necessità di contrastare il consumo di suolo e il conseguente dissesto idrogeologico inserendo obiettivi di conservazione e ripristino del capitale naturale in tutte le strategie e politiche che comportano un maggior consumo del suolo.
Schede di Lavoro – Iniziative per il rilancio “Italia 2020-2022”