11 Luglio 2024
Verso un nuovo ciclo dell’edilizia. Il report dell’Ufficio Studi per l’Assemblea di ANAEPA
Ad aprile 2024 la produzione nelle costruzioni registra un aumento del +2,3% rispetto al mese precedente, dopo due mesi di flessione. Nel trimestre febbraio-aprile 2024 la dinamica congiunturale resta negativa, con un calo dell’1,2% rispetto al trimestre precedente.
L’analisi delle ultime tendenze congiunturali è proposta nel report che l’Ufficio Studi di Confartigianato presenta in occasione dei lavori dell’Assemblea di ANAEPA-Confartigianato Edilizia che si apre oggi a Roma (evento trasmesso in diretta streaming a partire dalle ore 15,00. Clicca qui).
Tiene la fiducia delle imprese dell’edilizia – A giugno, il clima di fiducia delle imprese mostra il terzo calo consecutivo, posizionandosi sul valore più basso da novembre 2023. La fiducia peggiora in tutti i comparti indagati ad eccezione di quello delle costruzioni, nel quale migliorano sia i giudizi sull’attività di costruzione che le attese su ordini e piani di costruzione.
Il calo degli investimenti – Le più recenti previsioni macroeconomiche delineano la frenata dell’edilizia nel biennio 2024-2025, dopo la fase di espansione sostenuta dal recupero posta-pandemia sostenuto dalle detrazioni fiscali. Secondo l’ultimo esercizio previsivo coordinato dell’Eurosistema, Banca d‘Italia indica che gli investimenti in costruzioni segnano una tenuta (+0,6%) nel 2024, a cui seguiranno cali del 3,5% nel 2025 e del 1,7% nel 2026. Più severe le previsioni di primavera della Commissione europea, che indicano un calo del 2,0% nel 2024 e del 5,9% nel 2025.
Le prospettive nella fase del post-superbonus
Il sostegno del PNRR – L’analisi dell’impatto del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza (PNRR) evidenzia che il 38% della crescita del valore aggiunto indotta dal Piano tra il 2021 e il 2026 si genera nella filiera delle costruzioni, immobiliare e attività professionali, determinano una impulso significativo alla domanda di lavoro: in un paper pubblicato da Banca d’Italia si stimano 62 mila nuovi occupati nelle costruzioni derivanti dal PNRR, pari ad un aumento del 6,5% degli occupati pre-pandemia.
Gli interventi per le case green – La lotta al cambiamento climatico passa attraverso un piano ordinato di interventi sugli edifici. In Europa il 40% dei consumi finali di energia e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra è rappresentato dagli edifici. Gli interventi sugli edifici determinano effetti ad ampio spettro, influenzando la domanda di energia, l’efficienza energetica, le emissioni di CO2, la tutela del territorio, la rigenerazione urbana e i processi di recupero dei materiali.
Secondo la direttiva 2024/1275 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 aprile 2024 sulla prestazione energetica nell’edilizia, per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Entro il 2023 dovrà essere ristrutturato il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.
La platea di edifici interessati dagli interventi è ampia. In relazione alla classe energetica rilevata nei passaggi di proprietà, quasi i due terzi (63,8%) degli immobili residenziali sono collocati nelle classi energetiche meno efficienti, con il 26,5% nella classe F e il 37,3% nella classe G.
Per garantire la transizione green degli edifici serve un adeguato sistema di incentivi fiscali, ma l’avvio della procedura di infrazione per deficit eccessivo potrebbe mettere a rischio questo sostegno. Al contrario, solo un sistema di incentivi stabili nel tempo può dare certezze a famiglie e imprese per la pianificazione di costosi interventi sugli immobili. Come ha indicato il Presidente di Confartigianato Imprese Marco Granelli, “dobbiamo passare dall’era disordinata del superbonus a quella ordinata del ‘climabonus’”. Tenuto conto degli obiettivi ambiziosi, appare necessario un intervento dell’Unione europea basato sullo schema di NextGenerationEU per garantire l’attuazione del Green Deal.