24 Aprile 2020
Lockdown Coronavirus: imprese costruzioni perdono ricavi per 13 miliardi
L’emergenza economica conseguente alla difficile lotta al Coronavirus sta lasciando pesanti segni sul sistema delle imprese italiane. Gli shock simultanei di domanda e offerta stanno generando una violenta crisi di liquidità a cui le imprese fanno fronte con difficoltà, anche per interventi che richiedono tempi troppo lunghi di attuazione, complessi e caratterizzati da eccessiva burocrazia, come sottolineato anche da ANAEPA-Confartigianato.
Una crisi che si sta ripercuotendo pesantemente anche sul settore delle Costruzioni – che comprende l’Edilizia e l’Installazione di impianti – comparto caratterizzato dalla presenza in Italia di mezzo milione di imprese e 1,3 milioni di addetti: 9 occupati su 10 lavorano in micro e piccole imprese (MPI).
Nel 3° report Covid-19 ‘Nell’occhio del ciclone’ pubblicato questa settimana dall’Ufficio Studi di Confartigianato sono presentati i risultati di una rilevazione condotta su oltre 4.100 imprese e da cui evince che in Italia le MPI delle Costruzioni hanno registrato un calo del 54% del fatturato di marzo 2020. Per il mese di aprile, in cui si estende il lockdown avviato a marzo, il calo dei ricavi arriva al 71,8%.
Nel complesso le MPI delle Costruzioni nel bimestre marzo-aprile perdono il 62,5% del fatturato, pari a 13,0 miliardi di euro in meno. Per ciascuna impresa del settore si tratta di una perdita di 26 mila euro di ricavi in soli due mesi, pari all’11,1% del fatturato annuo.
Nel settore delle costruzioni, la perdita per impresa più elevata, pari a 42 mila euro nel bimestre marzo-aprile, si riscontra per le 112 mila micro e piccole imprese delle costruzioni di edifici; perdono, in linea con la media di 26 mila euro per impresa, le 143 mila MPI dell’installazione di impianti elettrici e idraulici, mentre la riduzione è di 13 mila euro per ciascuna delle 218 mila MPI operanti nel completamento e finitura di edifici, che comprendono imprese specializzate in tinteggiatura e posa in opera di vetri, rivestimento di pavimenti e di muri, posa in opera di infissi, intonacatura, ecc.
Gli effetti dell’impatto da Covid-19 si sono scatenati dopo un mese caratterizzato da una flessione dell’attività: i dati Istat pubblicati questa settimana indicano a febbraio 2020 una riduzione del 3,4% della produzione nelle costruzioni rispetto a gennaio.
In una prospettiva di più lungo periodo la recessione in corso acuisce i danni subiti dal comparto nel corso dei due precedenti cicli recessivi: nell’arco di oltre un decennio, che va dal 2008 al 2019, il settore delle Costruzioni ha perso 613 mila occupati, un terzo degli addetti del settore, mentre il resto dell’economia, nello stesso intervallo di tempo, ha incrementato l’occupazione di 883 mila unità (+4,2%). Per il rilancio del settore sarà essenziale una espansione della domanda pubblica. Con un riallineamento alla media 2005-2007 del peso sul PIL degli investimenti pubblici in costruzioni, si generebbe una maggiore domanda pubblica per 14.877 milioni di euro, oggi essenziali per il sostegno delle imprese delle costruzioni.