08 Maggio 2019
DL Sblocca cantieri, ANAEPA: “Permangono criticità”
Audizione al Senato per Confartigianato e altre organizzazioni nell’ambito dell’esame del DL 32/2019 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”. Per ANAEPA-Confartigianato Edilizia, il cosiddetto decreto ‘Sblocca cantieri’, va nella direzione giusta, ma restano criticità del Codice degli appalti che penalizzano le piccole imprese e frenano il rilancio degli investimenti e del settore delle costruzioni.
ANAEPA, unitamente alla Confederazione, è intervenuta numerose volte, nelle diverse sedi negli ultimi anni, per sollecitare modifiche urgenti ed una rilettura complessiva del Codice mettendo al centro della propria azione obiettivi ben precisi:
- massima semplificazione e rapidità dei procedimenti;
- lotta alla corruzione e ai conflitti d’interesse per favorire la trasparenza;
- riduzione degli oneri documentali ed economici a carico delle imprese;
- razionalizzazione delle procedure di spesa;
- efficienza e professionalizzazione delle stazioni appaltanti;
- valorizzazione della territorialità e della filiera corta.
Quest’ultimo principio in particolare non viene declinato nel decreto in maniera efficace: l’innalzamento a 200.000 euro della soglia minima per assegnare gli appalti con procedura negoziata è sicuramente una previsione positiva, ma oltre tale soglia si dovrà ricorrere alla procedura aperta mediante bando di gara. Procedura che, proprio per la sua stessa natura – possibilità per chiunque di partecipare e senza imposizione di limiti – rappresenta, di fatto, un ostacolo insormontabile anche quando le stazioni appaltanti volessero individuare criteri premianti per le imprese del territorio. Il rischio è che molte stazioni appaltanti, per limitare la partecipazione massiva delle imprese ai bandi di gara, potrebbero escogitare criteri selettivi non improntati all’efficienza realizzativa dell’opera, ma piuttosto alla imposizione artificiosa di ulteriori requisiti formali e procedurali.
L’affidamento degli appalti secondo il principio del km 0 permetterebbe alle comunità locali, tra le altre cose, di “riappropriarsi della cosa pubblica”, rendendo più stretto il legame fiduciario con l’impresa che effettua i lavori in termini di corretta esecuzione e rispetto dei tempi di agire valorizzando il saper fare, esaltando le lavorazioni tipiche e, non da ultimo, di offrire concrete possibilità di lavoro.
In merito alla partecipazione delle micro e piccole imprese al mercato degli appalti, il decreto è carente di una normativa che rafforzi l’inclusione di queste imprese nell’ambito dell’affidamento dei lavori pubblici in una condizione di partenza che certamente le vede generalmente penalizzate dal punto di vista legislativo. Anaepa e Confartigianato esprimono pertanto la necessità di introdurre una riserva di appalto per le MPI. Soltanto attraverso la definizione di una quota di riserva, infatti, si possono orientare le stazioni appaltanti ad impiegare, nella esecuzione delle opere, le MPI e riequilibrare una situazione che invece vede protagoniste, anche negli affidamenti di piccolo importo, le imprese più grandi.