28 Settembre 2016
Piccoli comuni, legge arriva in Senato
Dopo un percorso durato diversi anni, la Camera ha approvato oggi il testo unificato delle proposte di legge (n. 65-2284-A) che stanzia 100 milioni di euro in sette anni per la valorizzazione dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti. Il testo passa ora all’esame del Senato.
Le risorse stanziate saranno adoperate per i seguenti tipi di interventi:
- qualificazione e manutenzione del territorio, mediante recupero e riqualificazione di immobili esistenti e di aree dismesse, nonché interventi volti alla riduzione del rischio idrogeologico;
- messa in sicurezza e riqualificazione delle infrastrutture stradali e degli edifici pubblici, in particolare quelli scolastici;
- riqualificazione e accrescimento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio pubblico;
- acquisizione e riqualificazione di terreni e di edifici in stato di abbandono o di degrado;
- acquisizione di case cantoniere e del sedime ferroviario dismesso da destinare a presìdi di protezione civile e salvaguardia del territorio;
- recupero e riqualificazione urbana dei centri storici, anche ai fini della realizzazione di alberghi diffusi;
recupero di beni culturali, storici.
Si tratta di un provvedimento che riguarda oltre 5000 comuni e che nasce con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale dei piccoli centri, favorendo la residenza e contrastandone lo spopolamento, e tutelarne il patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico.
Il provvedimento stabilisce che dal 2017 al 2023, verranno erogati 100 milioni di euro con una dotazione di 10 milioni il primo anno e di 15 milioni negli anni successivi. Ai fini dell’utilizzo delle risorse è prevista la predisposizione di un Piano nazionale sulla riqualificazione dei piccoli Comuni che definisce le modalità per la presentazione dei progetti da parte delle amministrazioni comunali, e quelle per la selezione dei progetti medesimi da parte della Presidenza del Consiglio. In fase di selezione si presterà attenzione alla capacità e modalità di coinvolgimento di soggetti pubblici e privati e di attivazione di un effetto moltiplicatore; al miglioramento della dotazione infrastrutturale secondo criteri di sostenibilità ambientale e mediante l’adozione di protocolli internazionali di qualità ambientale; alla valorizzazione delle filiere locali della green economy; all’impatto socio-economico degli interventi, con particolare riferimento agli incrementi occupazionali.
Per poter beneficiare delle risorse i Comuni con popolazione residente fino a 5.000 abitanti dovranno o essere collocati in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico o, comunque, da criticità dal punto di vista ambientale, o aver registrato un significativo decremento della popolazione, o essere caratterizzati da condizioni di disagio insediativo o ubicati in aree contrassegnate da difficoltà di comunicazione e dalla lontananza dai grandi centri urbani, o appartenere alle unioni di comuni montani.