07 Maggio 2013
Le centrali di committenza per gli appalti dei piccoli comuni
In base alle disposizioni del D.L. 6 dicembre 2011 n. 201, che integrano l’art. 33 del Codice dei Contratti (D.Lgs. n. 163/2006), dal 1° aprile 2013, come è noto, i piccoli Comuni (con popolazione non superiore a 5.000 abitanti) sono obbligati ad affidare ad un’unica centrale di committenza l’acquisizione di tutti i lavori, i servizi e le forniture per il tramite dell’Unione di comuni oppure mediante apposito accordo consortile. Ma quanti Comuni sono realmente pronti?
Per rispondere a questa domanda, nell’ambito della più ampia attività promossa sul tema degli appalti, l’Istituto per l’Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale (ITACA) ha predisposto un Rapporto sull’effettiva implementazione dei nuovi obblighi da parte dei piccoli comuni.
Dall’analisi dei dati elaborati, risulta che più dell’80% delle amministrazioni sotto i 5.000 abitanti non si sono ancora attivate per la costituzione delle previste centrali di committenza costituite nell’ambito delle unioni dei comuni per la gestione associata dell’acquisizione di lavori, servizi e forniture, o tramite apposito accordo consortile. Si evidenzia, in particolare, che l’83,2% dei comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti e l’84,7% dei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti ha risposto al questionario affermando che la centrale di committenza “Non è stata ancora prevista”. Per quanto concerne invece le centrali di committenza “già avviate”, si segnala la prevalenza del ricorso allo strumento dell’Unione di comuni, per una percentuale pari al 45,5%.
Il Rapporto ITACA fotografa lo stato di attuazione delle centrali di committenza alla data del 29 gennaio 2013 in 1.212 comuni su 5.702 totali e, dunque, i dati elaborati non rappresentano un vero e proprio “censimento”, ma costituiscono certamente un importante indicatore delle difficoltà riscontrate dai piccoli comuni nell’attuazione delle nuove norme. Per evitare ripercussioni sul mercato degli appalti e per le imprese edili che operano in questi territori, anche ANAEPA-Confartigianato Edilizia, come altre organizzazioni di categoria, auspica che l’obbligo della centrale di committenza venga rinviato almeno alla fine dell’anno.