18 Marzo 2013
Rapporto edilizia: è ancora crisi profonda
E’ un quadro sempre più cupo, costellato da segni negativi, quello che caratterizza il settore delle costruzioni. Perse quasi 62.000 imprese e 81.000 occupati. Lo rivela il rapporto 2013 sul comparto dell’edilizia di Anaepa Confartigianato, che è stato presentato sabato nel corso dell’ultimo Consiglio Direttivo dell’Associazione dal dott. Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi Confederale.
Per le aziende delle costruzioni il 2012 è stato un annus horribilis: il settore, che conta 894.028 aziende, ne ha perse 61.844, con un saldo negativo dell’1,88%. Non è andata meglio per le imprese artigiane, che rappresentano la fetta più consistente delle costruzioni: 571.336 aziende, vale a dire il 63,9% del totale. Nel 2012 hanno chiuso 54.832 costruttori artigiani, con un saldo negativo dell’1,96%.
Le imprese edili sono strette in una morsa fatta di scarso credito bancario e di tempi di pagamento sempre più lunghi. A novembre 2012 lo stock di credito erogato alle aziende è in calo del 7,6% rispetto a novembre 2011. E i tempi di pagamento da parte dei committenti pubblici e privati si attestano su una media di 180 giorni, vale a dire 115 giorni in più rispetto alla media dei Paesi europei.
Non meno preoccupanti le ripercussioni sull’occupazione: lo scorso anno il settore costruzioni ha perso 81.309 addetti, con una variazione negativa del 4,6%. Di questi, 69.055 erano lavoratori dipendenti e 12.255 titolari e collaboratori.
Ancora più negativo il trend della produzione: – 16,2% nel corso del 2012, un crollo tre volte più intenso rispetto alla media europea (-5,6%).
Ancora più negativo il trend della produzione: – 16,2% nel corso del 2012, un crollo tre volte più intenso rispetto alla media europea (-5,6%).
Il settore delle costruzioni è quello che ha perso con maggiore intensità valore aggiunto, con una variazione negativa cumulata tra il 2007 e il 2012 del 21,8%, quasi tre volte superiore alla media dell’economia. Secondo il rapporto di ANAEPA-Confartigianato la crisi delle costruzioni è fortemente influenzata dall’andamento degli investimenti fissi lordi che nel 2012 hanno fatto segnare un calo del 6,2% rispetto al 2011 e addirittura del 22,7% rispetto al 2007. E a proposito di investimenti in edilizia, il rapporto evidenzia le opportunità di interventi fortemente richiesti dai cittadini, soprattutto per quanto riguarda l’abbattimento di barriere architettoniche per disabili e anziani: quasi 1,5 milioni di persone riferiscono di avere difficoltà di accesso ad edifici e strutture pubbliche e il 98% degli italiani vorrebbe maggiori investimenti per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
“Siamo allo stremo: le imprese di costruzione – sottolinea Arnaldo Redaelli, Presidente di Anaepa Confartigianato – hanno bisogno di interventi immediati per fermare un inaccettabile declino e rilanciare un settore fondamentale per la tenuta sociale ed economica del Paese. Anaepa Confartigianato ha ribadito più volte le condizioni indispensabili per dare respiro al nostro settore. Ma finora non abbiamo avuto risposte. Il tempo è scaduto. Il prossimo Governo e il prossimo Parlamento dovranno intervenire immediatamente su queste priorità: allentamento del patto di stabilità per rimettere in moto gli investimenti e per pagare i debiti accumulati dagli Enti pubblici nei confronti delle imprese, semplificazione degli adempimenti e degli oneri burocratici, credito più accessibile per le imprese e per le famiglie, rendere strutturali le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica in edilizia, eliminare l’Imu sull’invenduto”.
“Siamo allo stremo: le imprese di costruzione – sottolinea Arnaldo Redaelli, Presidente di Anaepa Confartigianato – hanno bisogno di interventi immediati per fermare un inaccettabile declino e rilanciare un settore fondamentale per la tenuta sociale ed economica del Paese. Anaepa Confartigianato ha ribadito più volte le condizioni indispensabili per dare respiro al nostro settore. Ma finora non abbiamo avuto risposte. Il tempo è scaduto. Il prossimo Governo e il prossimo Parlamento dovranno intervenire immediatamente su queste priorità: allentamento del patto di stabilità per rimettere in moto gli investimenti e per pagare i debiti accumulati dagli Enti pubblici nei confronti delle imprese, semplificazione degli adempimenti e degli oneri burocratici, credito più accessibile per le imprese e per le famiglie, rendere strutturali le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica in edilizia, eliminare l’Imu sull’invenduto”.
Se dalle imprese si passa alle famiglie, la situazione non migliora. Altro che ‘casa, dolce casa’. Il mercato immobiliare italiano è sempre più in crisi. Basti considerare il costo dei mutui casa che, rileva Confartigianato, nel nostro Paese sono più cari rispetto alla media europea: a gennaio 2013 il tasso medio d’interesse sui prestiti alle famiglie italiane che vogliono acquistare un’abitazione si attesta al 3,70%, vale a dire 59 punti base in più rispetto alla media del 3,11% dell’area Euro e addirittura 91 punti base in più rispetto al tasso del 2,79% sui mutui casa pagati in Germania.
Al caro-mutui corrisponde un vero e proprio crollo delle compravendite immobiliari: in Italia, nel terzo trimestre del 2102, hanno registrato una caduta verticale del 25,8% rispetto all’anno precedente. Diminuiscono le case vendute ma anche il loro valore: a settembre 2012 i prezzi sono calati del 5,4% rispetto all’anno precedente. E nelle compravendite aumenta la differenza tra il prezzo richiesto dal venditore e quello effettivamente pagato dall’acquirente: a dicembre 2012 è stata pari al 16% rispetto al 13,7% di fine 2011.