10 Gennaio 2013
Ritardi di pagamento in crescita, restano incertezze su Direttiva UE
Centonovantatré i giorni d’attesa che la Pubblica Amministrazione impiega mediamente per pagare imprese fornitrici di lavori, beni e servizi. A rilevarlo un rapporto di Confartigianato dal quale emerge che il ritardo con cui gli Enti pubblici (Amministrazione centrale, Regioni e Province) saldano le fatture è aumentato di 54 giorni tra maggio e novembre 2012, portando così i giorni da 139 a 193, mentre per i Comuni si è passati da 90 a 107 giorni.
Per porre un freno a questa grave situazione che affligge in particolare le piccole imprese soffocate dalla carenza di liquidità, dal 1 gennaio 2013 è entrato in vigore il Decreto Legislativo 9 novembre 2012, n. 192 che recepisce la direttiva 2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento. Il termine ordinario per regolare i pagamenti nelle transazioni commerciali tra Enti pubblici e aziende private e tra imprese private è fissato a 30 giorni (salvo le deroghe a 60gg previste), ma resta il problema dell’applicabilità del decreto ai lavori pubblici.
Il vice-presidente della Commissione europea, Antonio Tajani, in una recente lettera al Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, ha ribadito che il campo di applicazione della direttiva riguarda “tutti i settori produttivi, senza eccezioni”, e dunque anche il comparto dell’edilizia e dei lavori pubblici. Infatti, prosegue nella lettera, “Per eliminare ogni dubbio lo stesso legislatore europeo ha aggiunto nel preambolo della direttiva un ‘considerando’ che stabilisce la nozione di fornitura di merci e di prestazione di servizi includendo la progettazione e l’esecuzione di opere e edifici pubblici oltre ai lavori di ingegneria civile”.
Una presa di posizione importante per il settore delle costruzioni, a cui dovrà però seguire un esplicito chiarimento in materia da parte del Governo nella medesima direzione, come richiesto da tempo anche da ANAEPA-Confartigianato. “Le nostre imprese – ha commentato il Presidente di ANAEPA Arnaldo Redaelli – devono essere messe nelle condizioni di poter operare sul mercato e devono avere la certezza dei tempi di pagamento per i lavori eseguiti. Chiediamo che il Governo intervenga subito per fugare in maniera inequivocabile ogni dubbio circa l’inclusione dei lavori pubblici nell’ambito di applicazione della direttiva europea”.