21 Dicembre 2012
Con l’IMU pressione fiscale record
In un solo anno l’IMU ha contribuito ad un’impennata della pressione fiscale pari a 2,2 punti in più, fino a raggiungere il livello del 44,7%; il secondo aumento per intensità negli ultimi 22 anni. A rilevarlo il monitoraggio sull’IMU realizzato per l’ANAEPA dall’Ufficio Studi di Confartigianato: nei 722 comuni monitorati in quattro regioni che concentrano oltre 950 mila imprese, il 23,2% delle imprese del Centro-Nord, l’aliquota sugli immobili produttivi è al 9,4‰, di solo 1,2 punti inferiore al livello massimo possibile; se applicata all’universo degli immobili produttivi tale aliquota porterebbe il prelievo a 13,3 miliardi di euro, ben 2,5 miliardi in più rispetto a quelli previsti ad aliquota base. Il saldo pagato il 17 dicembre us ha sfiorato gli 8 miliardi (7,9) ed ha incrementato del 26,9% la domanda di liquidità generata dal pagamento delle tredicesime.
Nei 26 comuni capoluogo di provincia monitorati l’aliquota media sulle imprese sale al 9,9‰, superiore di 1,1 punti all’8,8 per mille registrata nella media dei comuni non capoluogo dove l’incidenza delle imprese artigiane è doppia rispetto ai capoluoghi; i comuni non capoluogo tendono a non imitare il capoluogo che alza la pressione fiscale. Il passaggio da ICI a IMU alza la pressione fiscale locale sugli immobili dallo 0,6% all’1,4% del PIL; se il gettito sulle imprese fosse allineato all’aliquota media elaborata dal ‘sistema Confartigianato’ il gettito IMU arriverebbe addirittura all’1,6% del PIL.
L’IMU incide in maniera assai rilevante sulla pressione fiscale: nel 2012 le entrate crescono al ritmo di 47.238 euro al minuto. Il prelievo da tassazione immobiliare è il maggiore capitolo di entrata dei Comuni, pari al 44,0% delle entrate tributarie comunali. Già con la prima rata IMU il gettito della tassazione immobiliare cresce del 112,9% e accelera la dinamica delle entrate delle Amministrazioni comunali, in salita del 24,9% in dieci anni.
Gli spazi di manovra per la riduzione della spesa dei comuni finalizzata alla riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese: azzerando l’eccesso di personale della burocrazia dei Comuni si potrebbe quasi dimezzare (-42,3%) l’IMU sulla prima casa; i 7,7 miliardi di eccesso di spesa dei Comuni potrebbero finanziare la riduzione del 58,8% dell’IMU sugli immobili di impresa, portando l’aliquota sugli immobili al 3,9‰, pressoché al minimo previsto dalla normativa.