09 Gennaio 2012
Corte dei Conti, non decolla Piano Nazionale di edilizia abitativa
Giudizio “non positivo” sull’attuazione del Piano Casa è stato espresso dalla Corte dei Conti nella relazione conclusiva dell’indagine dal titolo “Programma straordinario di edilizia residenziale pubblica e Piano nazionale di edilizia abitativa”. Lentezza nella predisposizione delle proposte di Accordo da parte delle Regioni e nei ritardi nell’istruttoria effettuata da parte del CIPE sono indicate nell’indagine come le due principali cause per il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati dal programma di social housing.
Il rapporto illustra caratteristiche, finanziamenti e loro utilizzo, aspetti gestionali e realizzazioni del “Programma straordinario di edilizia residenziale pubblica” previsto dal decreto-legge 1 ottobre 2007 n. 159 (convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007 n. 222) e del “Piano nazionale di edilizia abitativa” (c.d. “Piano casa 1”) successivamente previsto dal decreto-legge 25 giugno 2008 n.112, (convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008 n.133), che ha sostituito, ma con finalità più ampie, il precedente Programma straordinario.
Il Programma straordinario, pur essendo stato sin dall’inizio dotato di un finanziamento complessivo di euro 543.995.500, suddiviso, poi, in base a specifici parametri, tra le Regioni e le Province autonome e tra le singole realizzazioni immobiliari dalle stesse immediatamente attivabili non ha avuto alcuna concreta attuazione a seguito ed in concomitanza con la previsione del Piano casa. Quest’ultimo, invece, è in corso di attuazione, ma con “risultati ancora modesti”.
L’indagine ha posto in rilievo come la gran parte del tempo trascorso a decorrere dalle previsioni di legge concernenti il Piano casa, è stato impiegato principalmente in “attività preliminari e propedeutiche rispetto alla sua concreta realizzazione in termini di acquisizione e disponibilità di alloggi”, riferendosi in primo luogo al procrastinarsi del confronto tra Stato e Regioni. Inoltre, le proposte di Accordo sono state elaborate dalle Regioni per lo più a fine 2010 e all’inizio del 2011 mentre il termine ultimo (non perentorio) era fissato a ottobre 2010.
Si richiama, poi, l’attenzione, sui rallentamenti nell’istruttoria effettuata da parte del CIPE, espressosi con delibera del maggio 2011, a fronte dell’inoltro da parte del Ministero delle proposte di Accordi, corredate dalla necessaria documentazione, sin dal gennaio 2011, nonché nei ritardi per la pubblicazione di tale delibera.
La Corte ha, quindi, concluso: “viste le carenze o la lentezza dei risultati, si è inteso esprimere un giudizio comunque non positivo sull’efficacia, efficienza ed economicità della spesa pubblica che è stata destinata al Programma straordinario ed al Piano casa”, con l’auspicio che tale monitoraggio possa “far accelerare la realizzazione dei progetti di edilizia residenziale oggetto dell’indagine”.