Tra le misure della manovra economica, viene prevista per la prima volta la possibilità per le imprese di compensare i debiti iscritti a ruolo, con crediti “non prescritti, liquidi ed esigibili”, maturati nei confronti delle amministrazioni regionali, comunali e provinciali e con aziende del Ssn. Lo stabilisce l’emendamento all’art. 31 comma 1 bis del D.L. 78/2010 (attualmente all’esame della Camera per l’approvazione definitiva): “A partire dal 1° gennaio 2011, i crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, relativi a somministrazioni, forniture ed appalti, vantati nei confronti di regioni, enti locali ed enti del servizio sanitario nazionale, possono essere compensati con le somme dovute a seguito di iscrizione a ruolo previa acquisizione, da parte del creditore, della certificazione relativa all’esigibilità del credito”.
Per ottenere l’estinzione del debito a ruolo, le imprese dovranno acquisire la certificazione del credito dallo stesso ente loro debitore, che verserà direttamente all’agente della riscossione l’importo risultante dalla certificazione; qualora l’ente debitore non versi all’agente della riscossione l’importo oggetto della certificazione entro 60 giorni dal termine nella stessa indicato, si procederà alla riscossione coattiva.
Le imprese potranno percorrere anche un’altra strada per recuperare i debiti dagli enti: infatti, è stata posta a regime la possibilità, attualmente prevista per il biennio 2009-2010, per i creditori di cedere pro soluto a banche o intermediari finanziari i crediti maturati nei confronti degli stessi soggetti della P.A. E’ stimato che il sistema delle imprese sia creditore di 60-70 miliardi di euro, 40 dei quali derivanti dal settore sanitario. Le modalità di certificazione dei crediti verranno stabilite con un decreto del Ministero dell’Economia e Finanze, d’intesa con le singole regioni.
Si tratta di una misura importante – fortemente richiesta da Anaepa-Confartigianato – in un momento di congiuntura economica e tensione finanziaria come quello attuale, in cui la stabilità delle imprese rischia di essere compromessa dai ritardi nei pagamenti per prestazioni rese alla Pa.