17 Novembre 2020
Superbonus 110, ANAEPA: “Serve proroga almeno triennale”
Nel testo della Legge di Bilancio approvato ieri in Consiglio dei Ministri non ha trovato posto la proroga del superbonus, la cui scadenza quindi resta fissata al 31 dicembre 2021, nonostante vari annunci da parte di esponenti del Governo di voler rinnovare per un nuovo triennio la detrazione al 110% che Nella Manovra al momento è invece presente la conferma per il 2021 di tutti gli altri bonus edilizi: l’ecobonus per la riqualificazione energetica, il bonus ristrutturazioni e quello per l’acquisto di mobili, l’agevolazione per il recupero delle facciate esterne degli edifici e anche il bonus per la sistemazione a verde di aree scoperte private e la realizzazione di tetti verdi e giardini pensili. Ma non c’è alcuna traccia del superbonus, la cui proroga è plausibile che venga reinserita nel corso dell’iter parlamentare della Legge di Bilancio ovvero in un altro provvedimento utilizzando le risorse UE (Recovery Fund) per la necessaria copertura finanziaria .
Tra i numerosi appelli per la proroga del superbonus da parte di operatori e associazioni del settore, spicca quello di ANAEPA Confartigianato: “Il superbonus 110% – sostiene il Presidente Arnaldo Redaelli – va confermato per almeno altri tre anni con un provvedimento da inserire nella Legge di Bilancio, altrimenti andrebbero persi tutti gli sforzi messi in campo dalle imprese per utilizzarne le grandi potenzialità e verrebbe vanificata la possibilità di programmare gli interventi previsti dall’incentivo”. “Operatori economici e consumatori – prosegue Redaelli – hanno bisogno di un quadro stabile di misure che consentano di fornire un’indicazione certa al mercato, nella convinzione che la riqualificazione massiva del nostro patrimonio edilizio costituisca uno degli ambiti strutturali più importanti e urgenti da sostenere nella direzione del green, del risparmio energetico e del contenimento del consumo del suolo”.
Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, il superbonus può mobilitare fino al 2026 risorse per 14 miliardi di euro, con una media annua (2021-2026) di 2,3 miliardi di euro, oltre agli indubbi vantaggi i termini di risparmio energetico e sicurezza sismica, a cui per una volta possono accedere anche a fasce di popolazione che altrimenti non avrebbero le risorse economiche per tali interventi. Lavori che darebbero occupazione ad un’ampia platea di imprese della filiera della casa – che comprende edilizia, installazione di impianti, immobiliare, servizi professionali e l’indotto manifatturiero di prodotti in legno, materiali da costruzione, cemento, calce e gesso, lavorazione delle pietre e elementi da costruzione in metallo – in cui operano 987 mila imprese con 2 milioni 194 mila addetti (di cui l’88% in micro e piccole imprese).