06 Agosto 2012

Dl Sviluppo è convertito in legge

Misure per la crescita approvate in via definitiva. Il 3 agosto scorso il Senato ha infatti dato il via libera al decreto Sviluppo (Dl 83/2012) che diventa legge n.134/2012 e approda sulla G.U. n.187 dell’11 agosto 2012. Dalle semplificazioni alla svolta sugli incentivi fiscali, dall’Iva sulle locazioni al Piano Città: ecco in sintesi tutte le misure di rilancio dell’edilizia contenute nel decreto e che hanno recepito, tra le altre, le sollecitazioni più volte avanzate dall’ANAEPA e dalle altre organizzazioni delle micro, piccole e medie imprese.

SUE – Lo sportello unico per l’edilizia diventa l’unico punto di accesso per il privato per tutte le pratiche amministrative riguardanti l’intervento edilizio ed il relativo titolo abilitativo, acquisendo gli atti d’assenso o pareri richiesti direttamente dalle amministrazioni, senza che queste possano più rilasciarli ai richiedenti.

SCIA e DIA – Nell’ambito delle procedure amministrative in materia edilizia in sede di SCIA o DIA, è prevista nei casi in cui sia richiesta l’acquisizione di atti o pareri di organi o enti appositi, ovvero l’esecuzione di verifiche preventive, la loro sostituzione con autocertificazioni, attestazioni e asseverazioni di tecnici abilitati, salve le verifiche successive degli organi e delle amministrazioni competenti e l’esclusione per determinate materie.

Bonus fiscali – E’ confermata al 55 per cento la detrazione IRPEF per le spese sostenute fino al 30 giugno 2013 per la riqualificazione energetica degli edifici (in luogo del 50 per cento previsto dal testo originario del decreto-legge). Importanti novità anche per l’agevolazione del 36% per la ristrutturazione degli immobili abitativi, che passa al 50% per un ammontare massimo di spesa pari a 96.000 euro.

Ripristino IVA – Viene introdotta l’applicazione opzionale dell’IVA sulle cessioni e le locazioni di abitazioni effettuate dai costruttori, eliminando il limite temporale precedentemente previsto dalla legislazione, che era stabilito in cinque anni dalla data di ultimazione dei lavori.

Piano città – E’ affidato al Ministero delle Infrastrutture il compito di predisporre, sulla base delle proposte inviate dai Comuni, un Piano nazionale per le città destinato alla riqualificazione delle aree urbane degradate. La valutazione delle proposte è affidata a una Cabina di regia che vede coinvolti i vari ministeri interessati, le Regioni, i Comuni, la Cassa depositi e prestiti e l’Agenzia del demanio e la cui formalizzazione è però rinviata ad un successivo decreto ministeriale.

Responsabilità solidale – Per quanto concerne i soggetti responsabili per il versamento di somme all’erario nel caso di appalto di opere e di servizi, si stabilisce che i soggetti responsabili in solido dei versamenti siano l’appaltatore e il subappaltatore e non più, dunque, il committente. Inoltre, il pagamento del corrispettivo dovuto dal committente all’appaltatore è subordinato all’esibizione della documentazione che attesti il corretto adempimento dei predetti obblighi. Sono, invece, escluse dalle disposizioni in materia di responsabilità solidale le stazioni appaltanti.

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