30 Agosto 2017

Da “Casa Italia” il Rapporto sulla sicurezza del patrimonio abitativo

È stato pubblicato nei giorni scorsi il Rapporto di ‘Casa Italia’ sulla “Promozione della sicurezza dai Rischi naturali del Patrimonio abitativo”, con l’obiettivo di delineare un programma pluriennale di promozione della sicurezza a fronte di rischi di origine naturale, dando priorità alla sicurezza delle abitazioni. Come è noto, “Casa Italia” è il progetto avviato dalla Presidenza del Consiglio a fine 2016 dopo i tragici eventi del sisma del 24 agosto dello scorso anno, per la messa in sicurezza del territorio nazionale e del patrimonio abitativo.

Il documento sintetizza i risultati dell’attività del progetto fornendo in particolare:

– un quadro sistematico sul tema del miglioramento della sicurezza del patrimonio abitativo a fronte dei rischi di origine naturale e una “visione” delle modalità per affrontarlo;

– una ricognizione delle principali attività già in corso presso soggetti pubblici e privati, funzionali a questi obiettivi generali, per assicurarne la valorizzazione ed evitare ogni inutile duplicazione;

– un elenco di Piani d’azione prioritari, costruiti a legislazione e amministrazione ordinaria per assicurarne l’applicabilità sull’intero territorio nazionale, necessari per completare e raccordare le iniziative in atto.

Nel rapporto si ravvisa innanzitutto la necessità di progettare una politica di promozione della sicurezza che sia coerente con le specificità del Paese, per cui è indispensabile mettere in sicurezza non solo le abitazioni e gli edifici costruiti non in ottemperanza alle norme per l’edilizia antisismica, o ignorando altri rischi naturali o antropici, ma anche il patrimonio storico, spesso fatto di antichi borghi residenziali, di chiese e di edifici monumentali.

La prima parte del Rapporto analizza il quadro delle informazioni disponibili su pericolosità, vulnerabilità ed esposizione ai rischi naturali ed è articolata in due capitoli, il primo dei quali analizza i dati a livello di unità amministrativa (specificamente, il comune), mentre l’altro approfondisce il tema con riferimento a un singolo edificio residenziale.

La seconda parte esamina le politiche per la riduzione della pericolosità dei fenomeni naturali, della vulnerabilità degli edifici di fronte a tale eventi e del livello di esposizione di persone e cose. In questo ambito, il Governo ha agito in modo significativo nella Legge di stabilità 2017, estendendo l’entità e l’ambito di applicazione del cosiddetto bonus sismico. Tuttavia, per “Casa Italia”, il sostegno finanziario costituisce una condizione necessaria, ma non sufficiente, per innescare effettivamente gli interventi di riduzione della vulnerabilità; esso deve essere accompagnato da una consapevolezza diffusa della necessità di intervenire sugli edifici più vulnerabili e dalla disponibilità di tecnologie che rendano il progetto compatibile con la fruibilità continuativa dell’edificio da parte degli abitanti.

Gli interventi sulla sicurezza e sulla qualità del patrimonio abitativo promossi da “Casa Italia” , su cui conviene anche ANAEPA, non implicano solo ridurre i danni di eventi futuri: da punto di vista ambientale, possono migliorare, la sicurezza complessiva dei sistemi urbani e le prestazioni energetiche dei singoli manufatti, riducendo le emissioni inquinanti connesse al riscaldamento e al raffrescamento. Contemporaneamente, dal punto di vista economico, hanno un effetto moltiplicatore che può essere generato su un settore strutturalmente in crisi come quello dell’edilizia da un vasto piano di interventi sul settore abitativo. A titolo esemplificativo, un intervento di miglioramento sismico limitato ai soli edifici in muratura portante, i più vulnerabili, nei 648 comuni italiani a maggiore pericolosità sismica comporterebbe, in base alle stime, un investimento nel settore edilizio di 36,8 miliardi di euro, con un effetto complessivo sull’economia valutabile in circa 129 miliardi di euro e, in oltre, 570.000 unità di lavoro equivalenti.

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