24 Febbraio 2011

Autorità di Vigilanza, risposte a quesiti sulla “tracciabilità”

La legge 136 del 13 agosto 2010 – il cosiddetto “piano straordinario contro le mafie” – ha stabilito la tracciabilità di tutti i movimenti finanziari relativi a contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. L’entrata in vigore di tale normativa, tuttavia, ha determinato diversi dubbi interpretativi da parte delle imprese e degli operatori interessati. I nuovi obblighi di tracciabilità nascono, infatti, dall’estensione di disposizioni, pensate per monitorare i flussi finanziari di “grandi opere” (Ponte sullo Stretto, Metro C a Roma, ricostruzione in Abruzzo), a tutte le tipologie di appalto, comprese quelli di minore entità. Di conseguenza, l’attuazione di dette norme, pur condivisibili nelle finalità generali, ha finito col creare non pochi ostacoli all’operatività delle imprese, in particolare di quelle piccole e medie dimensioni.

A tal proposito, l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (AVCP), con due recenti determinazioni (la n. 8 del 18.11.2010 e la n. 10 del 22.12.2010), ha fornito una serie di chiarimenti in materia, definendo gli ambiti di applicazione della norma e sciogliendo alcune problematiche di rilievo sollevate dalle imprese e dalle associazioni di categoria. Ulteriori indicazioni, sempre da parte dell’Autorità, sono contenute in un dossier pubblicato sul sito dell’AVCP, con i quesiti più frequenti (FAQ) relativi alla tracciabilità (ad es. contratti stipulati prima e dopo il 7 settembre 2010, codice CIG, stazioni appaltanti, strumenti di pagamento, limite fissato per le spese quotidiane non soggette alla tracciabilità, sistema sanzionatorio, etc.), consultabile direttamente dal link sottostante.
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